La visita ortottica (per bambini, per adulti e per la chirurgia refrattiva)
In quali casi è utile rivolgersi a un ortottista? Ne parliamo con la dottoressa Elisa Cassago, ortottista assistente in oftalmologia presso STAR 9000.

In quali casi è utile rivolgersi a un ortottista? Ne parliamo con la dottoressa Elisa Cassago, ortottista assistente in oftalmologia presso STAR 9000.
L’ortottista è il professionista sanitario che si occupa di problematiche visive specifiche, tra cui lo strabismo, l’ambliopia e altri disturbi della visione binoculare. Spesso alla diagnosi segue un percorso di riabilitazione non solo nei pazienti ipovedenti, ma anche nei bambini che hanno difficoltà scolastiche o disturbi specifici dell'apprendimento, oppure negli sportivi che vogliono migliorare la loro performance visiva.
In quali casi può essere utile rivolgersi a un ortottista? Ne parliamo con la dottoressa Elisa Cassago, ortottista assistente in oftalmologia presso il centro oculistico STAR 9000.
Fare una visita ortottica in età pediatrica è fondamentale per individuare difetti di vista come lo strabismo e l’ambliopia, che altrimenti non si potrebbero risolvere. L’ambliopia - il cosiddetto occhio pigro - si risolve tramite l'occlusione ma solo entro circa i 10 anni di età, in quanto il cervello si trova in una finestra in cui è plastico. Se la visita venisse fatta dopo i 10 anni, ci ritroveremmo un adulto con un occhio che vede meno e senza la possibilità di risolvere il problema.
Una visita ortottica pediatrica inizia nel momento stesso in cui il bambino entra nella stanza: si inizia ad osservare il paziente mentre è libero nello spazio, affinché non si senta valutato dallo specialista, enel frattempo si raccoglie una breve anamnesi dai genitori. Durante la visita si valuta se ci sono difetti visivi come strabismo o ambliopia e le conclusioni vengono trascritte e spiegate al genitore. Se fatta in collaborazione con un oculista la visita risulta essere molto più completa, in quanto ogni specialista esamina la sfera di sua competenza e la vista del bambino può essere valutata a 360 gradi.
La riabilitazione visiva è un programma personalizzato di esercizi e strategie per potenziare le abilità visive del paziente, con il fine di migliore la lettoscrittura e la coordinazione oculo-manuale.
Una volta raggiunta la massima acutezza visiva tramite gli occhiali o l'occlusione, si può migliorare ulteriormente la performance visiva del bambino con altri esercizi e strategie che mirano a incrementare la sua precisione, ampliare il campo visivo, rendere più veloce la lettoscrittura e di conseguenza il suo rendimento scolastico.
In genere un adulto si rivolge all’ortottista per problemi di cefalea, difficoltà nella messa a fuoco da lontano e da vicino oppure, più comunemente, perché riferisce una visione doppia: questi disturbi possono essere trattati tramite esercizi o prescrizioni di lenti particolari oppure, nel caso della diplopia, con la prescrizione di lenti prismatiche che riposizionano le immagini affinché il paziente ne veda una singola.
La valutazione ortottica prima di un intervento di chirurgia refrattiva serve fondamentalmente a simulare la situazione post-operatoria: nella pratica, tramite alcuni test, ci si assicura che il paziente non veda doppio e che venga mantenuto l'allineamento degli assi visivi senza gli occhiali, nel post-operatorio.
L'intervento di chirurgia refrattiva non può peggiorare lo strabismo: prima dell’intervento vengono eseguite tutte delle prove pre-operatorie per simulare quella che sarà la situazione post-operatoria e assicurarsi che non vi sia alcun disallineamento degli occhi dopo l’intervento.
In realtà non c'è alcun problema. Nei pazienti affetti da strabismo un occhio rimane dritto e l'altro è deviato: questo meccanismo funziona come un'altalena, per cui se si storta un occhio, l'altro rimane dritto. Per far sì che un occhio rimanga dritto durante l’intervento è dunque sufficiente occludere quello deviato. Con l’occlusione l'occhio rimane perfettamente dritto e si può procedere con l’operazione.
Inoltre il laser è dotato di un sistema di inseguimento dei movimenti degli occhi, l’eyetracker, in grado di seguire gli occhi durante movimenti minimi oppure bloccarsi in caso di movimenti che eccedono il raggio di copertura. Quando il laser si blocca, possiamo riposizionare il paziente, tranquillizzarlo e infine procedere con l’intervento in assoluta sicurezza.
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